mercoledì 8 giugno 2011

Nucleare, Consulta all'unanimità: via libera al referendum, nuovo quesito ammissibile

Decisione dopo tre ore di camera di consiglio, respinte
le argomentazioni di Palazzo Chigi. Il 12 e 13 giugno alle urne



ROMA - La Corte costituzionale ha dato il via libera all'unanimità al nuovo quesito sul nucleare, così come riformulato dalla Cassazione dopo le modifiche introdotte dalla legge "omnibus". La decisione è stata presa dai giudici dopo aver ascoltato stamattina i legali delle parti in camera di consiglio. Le motivazioni della decisione, scritte dal giudice Giuseppe Tesauro, saranno depositate in giornata.

La decisione dei giudici costituzionali, riuniti da questa mattina dalle 9.30 in camera di consiglio, è stata dunque molto rapida, così come aveva promesso ieri il nuovo presidente della Corte costituzionale, Alfonso Quaranta, che aveva anche anticipato un suo personale punto di vista, ritenendo che la Consulta non avesse il potere di bloccare un referendum. La seduta della camera di consiglio è durata complessivamente poco più di tre ore. La prima ora ha riguardato l'audizione delle parti: al palazzo della Consulta erano intervenuti il costituzionalista Alessandro Pace per Italia dei valori, l'avvocato Gianluigi Pellegrino per il Partito democratico, l'avvocato dello Stato Maurizio Fiorilli su invito del governo, nonché rappresentati legali dell'associazione ambientalista Wwf-Italia e del movimento ecologista Fare Ambiente, i primi "ad adiuvandum", l'ultimo "ad opponendum'. Quella di oggi è la prima decisione presa dalla Consulta dopo la nomina di Quaranta.

Agli elettori che andranno alle urne domenica 12 e lunedì 13 giugno saranno dunque consegnate quattro schede: oltre alle due relative all'acqua pubblica e a quella sul legittimo impedimento, anche la scheda riguardante "L'abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare".

Respinte le argomentazioni della presidenza del Consiglio. A chiedere alla Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il quesito referendario sul nucleare riformulato con ordinanza dalla Cassazione lo scorso 30 maggio era stata l'Avvocatura dello Stato su input della presidenza del Consiglio. La Cassazione aveva trasferito il quesito dalle vecchie norme del Dl del 2008 contenente le norme per lo sviluppo economico all'articolo 5 commi 1 e 8 del Dl Omnibus che aveva stabilito la moratoria di un anno al programma atomico. Secondo il vice avvocato generale dello Stato, Maurizio Fiorilli, il quesito andava dichiarato inammissibile perché le nuove norme «non parlano di nuclearè» e perché la natura del referendum «non avrebbe più carattere abrogativo ma piuttosto consultivo se non propositivo». Argomentazioni respinte oggi all'unanimità dalla Consulta che, accogliendo la richiesta avanzata da Pd, Idv e comitati referendari, ha confermato la consultazione in programma il 12 e 13 giugno.

Bersani: posizione ambigua del governo. «Ben prima del Giappone abbiamo detto che la scelta del governo sul nucleare era assurda sotto ogni profilo. Ora la posizione ambigua del governo deve essere spazzata via dagli italiani». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, risponde a chi lo interpella sul referendum sul nucleare confermato oggi dalla Corte Costituzionale. «La Consulta non si commenta - aggiunge Bersani - il problema adesso è andare tutti a votare».


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